martedì 10 marzo 2009

Un intervento regionale per i lavoratori senza tutele? Si può fare

Il 4 marzo scorso il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, a larga maggioranza, la legge istitutiva del reddito minimo garantito.
In sintesi, il provvedimento legislativo prevede l’erogazione di una somma di denaro, fino a 7.000 euro l’anno e una serie di prestazioni indirette, tra cui l’erogazione di contributi per il canone d’affitto e per l’utilizzo gratuito di mezzi pubblici locali, a favore di disoccupati, inoccupati e precari.
La misura mette a disposizione, da giugno, 20 milioni per il 2009 destinati ai cittadini colpiti dalla crisi, disoccupati e precari (circa 5 mila cittadini), che riceveranno un assegno fino a 580 euro.
La proposta regionale è il segno tangibile che un intervento a livello regionale è possibile, partendo dalle risorse esistenti. Al contempo, la Regione Lazio funge da apripista per una futura ed auspicata legislazione nazionale per il reddito di base e per una complessiva ridefinizione delle politiche di Welfare.

Per questi motivi, la Regione Emilia Romagna non può perdere l’occasione di seguire la medesima strada: partendo dalle risorse stanziate dal recente Accordo Stato-Regioni (12 febbraio 2009), la creazione del Fondo Regionale dell’Emilia Romagna contro la Disoccupazione (F.R.E.D.) a favore dei disoccupati è oggi, più che mai, urgente.

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